Il Tartufo di Orvieto

Pochi sanno che L’Orvietano è una zona piuttosto ricca di tartufi. Orvieto, con il suo dolce paesaggio collinare è infatti una immensa tartufaia; se ne trovano di neri e di bianchi, di estivi e di autunnali.
Questa regione contrappone alla fine sapidità del rugoso tartufo nero, l’inconfondibile acutezza di profumi dell’aristocratico tartufo bianco e va ad aggiungersi, insieme a tutta una serie di tartufi di “media stagione”, la curiosa fragranza dello Scorzone estivo.
La raccolta avviene solo in determinati periodi dell’anno, cioè a spore mature, e con l’ausilio dei cani, onde evitare un inutile “zappamento” del terreno che comprometterebbe il prezioso risultato.
Il corpo fruttifero deve essere estratto in perfette condizioni di maturazione altrimenti manca totalmente di profumo.
Il tartufo bianco è il più raro e pregiato e il suo nome scientifico è Tuber Magnatum Pico.
Pochi sanno che Teofrasto, allievo di Aristotele, nei suoi studi di botanica, ne opera una prima classificazione scientifica, attribuendo la nascita del tartufo alla combinazione, di matrice divina, tra pioggia e tuono.
Nel Medioevo invece, venne definito come una escrescenza degenerativa del terreno, addirittura cibo del diavolo o delle streghe e alcuni sostenevano che fosse l’anello di congiunzione tra il regno animale e quello vegetale
Giunge a maturazione da ottobre sino a tutto dicembre, ma in zone particolarmente riparate lo si può trovare sino a tutto il mese di gennaio.
Durante questo periodo dell’anno potrete gustarlo nel nostro Ristorante Invinum, in abbinamento ai migliori piatti proposti dal nostro chef come gli “umbrichelli” con capocollo, finocchio e tartufo bianco, strozzaptreti con crema di spinaci, burratina e tartufo nero, oppure la semplice bruschetta con pane casareccio, olio nuovo del Frantoio Altarocca e tartufo bianco.
Si serve tagliato a fettine sottilissime. Per il suo aroma più deciso si esalta maggiormente su piatti semplici, caldi, che ne risaltano l’aroma.